
Il giro delle 7 Chiese, una tradizione di Pasqua
“Fare il giro delle sette chiese” è un’espressione
che si sente spesso, ma oggi assunto un significato diverso da quello
originale. Lo usiamo per dire di “aver faticato a lungo per fare qualcosa senza
aver avuto successo”, ma originariamente l’espressione significava fare
letteralmente un pellegrinaggio delle sette Chiese di Roma, antica usanza cattolica
risalente almeno al VII secolo, che fu formalizzata
nel Cinquecento.
Il giro si faceva il giovedì grasso e consisteva
in un percorso ad anello di più di 20 chilometri visitando le sette più
importanti chiese di Roma (quattro basiliche papali maggiori e tre importanti
basiliche minori): Basilica di San Giovanni in Laterano, Basilica di San Pietro
in Vaticano, Basilica di San Paolo fuori le mura, Basilica di Santa Maria
Maggiore, Basilica di San Lorenzo fuori le mura, Basilica di Santa Croce in
Gerusalemme e la Basilica di San Sebastiano fuori le mura.
I pellegrini impiegavano due giorni a fare
questo percorso fermandosi a pregare in ogni chiesa, tanto che dopo qualche
tempo assunse una forma più penitenziale, ed il pellegrinaggio
venne spostato alla fine della Quaresima, in memoria del percorso della
Passione di Cristo. Anche per questo motivo oggi il detto ha assunto il significato attuale.
Sebbene
l’usanza fosse prettamente romana, presto si espanse anche ad altre città, tra
le quali Firenze. Qui il giro delle sette chiese non dovrebbe mancare di
includere quelle di maggiore rilevanza storica e artistica. Consigliamo quindi Santa Maria Maggiore, Santa Maria Novella,
Santa Croce, Santa Felicita, Santo Lorenzo, Santissima Annunziata e Santi
Apostoli, ma potete personalizzare questo “pellegrinaggio” come preferite. Sarà
anche un’ottima occasione per ammirare i capolavori d'arte contenuti in queste
chiese!