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Le arance dei Medici

I Medici sono conosciuti come grandi collezionisti e mecenati nel campo dell’arte e della letteratura. Molti conoscono anche la loro grande passione per la botanica e per i giardini. Quasi ogni abitazione posseduta dalla famiglia Medici fu dotata di magnifici parchi che possiamo ammirare tutt’oggi, come il Giardino di Boboli.
Quello che non tutti sanno, è che furono grandi appassionati di agrumi!

Fin dal Medioevo, la coltivazione degli agrumi a scopo medicinale era presente a Firenze. Grazie ai viaggi e i commerci in Oriente, questo frutto era arrivato qui e aveva subito affascinato i membri della famiglia Medici, da sempre persone molto curiose e attratte dalle meraviglie della natura.
La produzione di agrumi continuò poi Cosimo il Vecchio, Piero il Gottoso e Lorenzo il Magnifico, ma fu con Cosimo I nel Cinquecento, che questa passione per gli agrumi divenne vero e proprio collezionismo.
I Medici coltivavano agrumi per proprio uso e consumo, da utilizzare come speciale dono da inviare a regnanti e personaggi importanti, ma anche a scopo propagandistico della dinastia: Cosimo I associò spesso il mito del giardino delle Esperidi e l’idea del ritorno di una nuova Età dell’oro con il proprio governo.
Fu lui che introdusse anche la novità della coltivazione in vaso degli, di cui non vi erano precedenti.
In seguito Cosimo III commissionò inoltre diversi dipinti che immortalassero sulla tela le tante varietà di agrumi -  arance, cedri e limoni - che negli anni erano stati incrociati tra loro per creare anche le più strane combinazioni. Prima tra tutte, quella denominata “Bizzarria”, proprio perché creazione assolutamente bizzarra e dall’aspetto insolito.

La Bizzarria è una cosiddetta “chimera” da innesto, che possiede i caratteri genetici dell’arancio amaro, ma si presenta come tre specie diverse di agrumi: arancio amaro, cedro e limone, contenuti contemporaneamente nello stesso frutto. La pianta fruttifica in modo diverso ogni anno frutti piuttosto grandi e dalla buccia bitorzoluta, variegata di arancio, giallo e verde.
Si deve al fiorentino Paolo Galeotti, tra i maggiori esperti di agrumi al mondo e curatore delle collezioni botaniche di Villa Medicea di Castello e della vicina Villa Corsini, la riscoperta della Bizzarria, di cui erano sparite le tracce per quasi due secoli.
Fino al 1980 appunto, quando Galeotti ne trovò un esemplare nei pressi di Firenze e la ripiantò per vederne nascere i magnifici frutti tre anni dopo.
Oltre alla Bizzarria, tra le varietà di agrumi riconducibili all’epoca medicea troviamo l’arancio amaro, il cedrato di Firenze, il limoncello di Napoli e il pomo di Adamo.
I medici amavano tutti gli agrumi, ma in particolar modo le arance, frutto simbolo del casato. Infatti, secondo una delle ipotesi più accreditate sulla simbologia dello stemma dei Medici, sarebbero proprio arance le 5 palle rosse sullo scudo mediceo.


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