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Quando il Carro matto arriva a Firenze
Il quarto sabato di settembre vede sfilare il Carro Matto per le vie del centro storico fiorentino, una tradizione che affonda le sue radici nella Firenze trecentesca.
All’epoca
il vino proveniva per lo più dalla zona del Chianti, conosciuta ora in tutto il
mondo per la produzioni di vino pregiato, diventato simbolo del Made in Italy.
Di questa zona fa parte anche la Rufina, paese da cui parte il Carro Matto,
trainato da bovi di razza chianina, e giunge fino Firenze portando più di 2000 fiaschi di vino nuovo impilati ad
arte a forma di piramide trapezoidale.
Già nel Trecento il vino veniva imbottigliato in speciali bottiglie di vetro
dal fondo rotondo, “fiasco”, che il
“fiascaio” produceva realizzando sia la bottiglia in vetro, sia il suo supporto
di paglia intrecciata, necessario per farla stare in piedi e mantenere la
qualità del vino grazie all’isolamento termico garantito dalla paglia.
Questo carro carico di fiaschi era denominato “matto”, forse perché era di per sé
una follia pensare che i fiaschi di vino assemblati in modo così precario
potessero sopravvivere al lungo viaggio sulle strade sterrate della campagna
toscana, o forse semplicemente perché al loro arrivo in città i fiorentini si
sarebbero dati alla pazza gioia bevendo a volontà.
Ogni
anno un Corteo Storico della Repubblica Fiorentina parte dal Palagio di Parte
Guelfa e si unisce al Carro Matto in piazza Duomo, dove avviene la benedizione
del Carro e l’offerta del vino all’autorità religiosa.
Poi il corteo si sposta in piazza della Signoria, dove si esibiscono gli
sbandieratori e il vino viene offerto alle autorità civili.
Una tradizione secolare che ancora oggi viene tenuta in vita con lo scopo sia di celebrare la grande tradizione toscana della produzione di vino, che di ricreare lo speciale evento dell'arrivo del vino novello in città.