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Il ritratto della Regina Elisabetta II di Pietro Annigoni
8
settembre 2022, se ne va una delle più grandi icone del XX secolo, la Regina Elisabetta II di Inghilterra.
Forse il personaggio contemporaneo più famoso al mondo, sicuramente conosciuta
da chiunque a livello globale. Tutti riconoscono il volto della Regina, i suoi
completi dai colori sgargianti e i suoi cappellini.
Era una personalità che si faceva ricordare e che ha ispirato l’opera di moltissimi
artisti.
Andy Wharol dichiarò: “Voglio
essere famoso come la regina d’Inghilterra”, che lui considerava vera e
propria icona pop, e come tale la ritrasse nella sua serie di serigrafie, come
aveva fatto anche con Marilyn Monroe. Lucian Freud la immortalò con la corona
in testa ed un’espressione severa, in uno stile provocatorio ed espressionista;
e perfino Bansky ne ha fatto il
soggetto della sua Street Art, trasformandola in Ziggy Stardust in un murale a
Bristol.
Tuttavia il più celebre ritratto della
regina Elisabetta II, ed il più amato dal popolo britannico, rimane quello eseguito dal pittore italiano
Pietro Annigoni, nel 1954 e che gli fece guadagnare il soprannome di “pittore
delle regine”.
Annigoni nacque a Milano nel 1910 ma si trasferì con la famiglia a Firenze dove
studiò e visse gran parte della sua vita, passando la restante parte in
viaggio, specialmente in Europa. Egli fu un grandissimo ritrattista, ed il primo
artista italiano dopo Tiziano a essere chiamato “a corte” per una commissione.
Nel 1949, Annigoni si era trasferito, in
Inghilterra, e grazie ad una lettera di raccomandazione di Salvatore
Ferragamo, di cui il pittore aveva eseguito un ritratto, era riuscito ad esporre alla Royal
Academy. Si era così assicurato un’importante vetrina per le
sue opere, che non passarono inosservate.
Quando cinque anni dopo, ricevette la lettera della Fishmongers’ Company - una delle corporazioni londinesi, simili
alle corporazioni delle arti e dei mestieri della Firenze medioevale e il rinascimentale
– che gli commissionava il ritratto di Elisabetta II, Annigoni non ci poteva
credere. Nonostante il prestigioso incarico lo mettesse molto sotto pressione,
il pittore non si tirò inedito e si mise subito a lavoro.
Durante le 16 sessioni di posa nel suo studio che ci vollero per completare il
ritratto, il pittore e la Regina parlavano in francese, poiché lui non era
molto fluente in inglese, e parlavano davvero molto. La Regina sembrava amare far conversazione e gli raccontò della sua infanzia e di
come amava osservare le persone dalla finestra del suo palazzo.
Proprio questi racconti ispirarono l’artista a ritrarla con alle spalle un paesaggio di campagna, reminiscente
dei fondali della pittura fiorentina del secondo Quattrocento, e che
volutamente faceva apparire la monarca
come una donna isolata dal resto del mondo.
Annigoni ritrae la Regina con indosso la veste dell’Ordine della
Giarrettiera: un mantello scuro con la fodera di seta bianca, così come i
fiocchi e la coccarda appuntata al petto. Decide di rifarsi alla tradizione
antica utilizzando
un taglio di tre quarti che ritrae il soggetto dalle ginocchia in su.
Lo sguardo della Regina è fiero e volto verso lontano, è lo sguardo di una
giovane regina appena ascesa al trono, ma già sicura di sé e pronta a lasciare
la sua impronta nella storia britannica.
L’opera di Annigoni fu molto apprezzata dalla famiglia reale, e nel 1969, il pittore fu chiamato nuovamente ad eseguire un ritratto della regina, stavolta rappresentata con uno stile molto diverso e con indosso l’abito scarlatto dell’Ordine dell’Impero Britannico.
Quello
eseguito nel 1954 rimane però il
ritratto della Regina più amato, tanto da essere finito anche sui
francobolli. Fu amato perché ritrae una giovane Regina Elisabetta in maniera
intima e vera nonostante la raffigurazione classica e austera.