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Quando i nazisti bombardarono i ponti di Firenze
3 agosto 1944, Firenze è ancora occupata dai nazisti. È passato quasi un anno, gli Alleati dovrebbero inviare aiuti da un giorno all'altro, e gira voce che, sapendo questo, i tedeschi vogliano distruggere i ponti fiorentini per tagliare le vie di accesso alla città.
Il
30 luglio tutti coloro che abitano nella zona circostante il fiume Arno vengono
evacuati e costretti a rifugiarsi in Palazzo
Pitti. Qui trovano rifugio dalle 4.000 alle 6.000 persone, riempiendo le
belle stanze del palazzo con materassi, pentole ed effetti personali.
È un'altra calda estate a Firenze, ed rifugiati si rinfrescano facendo il bagno
nelle fontane del Giardino di Boboli in attesa della liberazione, chiedendosi
quale sarà il destino della loro amata città.
Ciò che accade è, purtroppo, quello che avevano previsto: nella notte tra il 3 e il 4 agosto i nazisti fanno saltare in aria 5
dei 6 ponti fiorentini.
L'unico che viene risparmiato è Ponte Vecchio.
La
prima esplosione avviene intorno alle 22:00 e altre ne seguono, fino alle 5 del
mattino, mentre alcuni arditi cittadini sfidano il coprifuoco e si arrampicano
sui propri tetti per guardare, impotenti, mentre ponti secolari vengono ridotti
in macerie.
L'ultimo ponte a cadere è Ponte Santa
Trìnita, che chiamavano “il ponte più bello del mondo”. Costruito da Bartolomeo Ammannati tra il 1567 e il
1571, e progettato nientemeno che da Michelangelo,
Ponte Santa Trìnita era il più antico
ponte ad arco ellittico del mondo, costruito così bene che ci vollero tre
detonazioni per farlo cadere. La primo lo fece appena tremare.
Una perdita catastrofica per il patrimonio di Firenze.
Successivamente il ponte viene ricostruito utilizzando materiali originali
recuperati dal fiume sottostante, ma non sarà mai più lo stesso.
L’ Arno e Ponte Santa Trìnita (1744 circa), Giuseppe Zocchi.
I
fiorentini, naturalmente, cercarono di prevenire questo disastro. I soldati
partigiani tentarono di tagliare i fili delle mine che dovevano esplodere alla
base dei ponti e combatterono coraggiosamente i tedeschi. Tuttavia, alla fine
poco si poté fare e i ponti crollarono.
Tutti tranne uno. Ponte Vecchio
sopravvisse miracolosamente. Le ragioni per cui questo accadde sono state
molto discusse. A quanto pare, tutto ebbe inizio con Gerhard Wolf, un funzionario
tedesco, al quale fu dedicata anche una targa di marmo posta sul ponte.
Il signor Wolf non desiderava che Firenze venisse distrutta, così iniziò una
corrispondenza con il suo amico di lunga data Rudolf Rahn, un ambasciatore
tedesco in Italia, chiedendogli aiuto. Fu lo stesso Rahn a sollevare la
possibilità di risparmiare Firenze dai bombardamenti a Hitler durante un
incontro. Il Fuhrer, che aveva fatto un giro della città e ne aveva apprezzato
la bellezza, disse a Rahn che aveva il suo permesso di fare tutto il possibile
per proteggere il patrimonio di Firenze. Ciò alimentò la convinzione che fu Hitler
a voler salvare Ponte Vecchio, che semplicemente non avrebbe voluto distruggere
un ponte così bello.
Tuttavia questo è vero solo in parte. Ciò che giocò un ruolo fondamentale nel destino del ponte più famoso di Firenze, fu il fatto che Ponte Vecchio era troppo stretto per essere attraversato dai carri armati americani e non sarebbe stato comunque in grado di sostenerne il peso.
Alla
fine, non c'era nessuna ragione per cui i tedeschi dovessero far saltare il
ponte mentre si ritiravano e Hitler stesso - a quanto pare - non aveva
intenzione di distruggere una città ricca di storia e bellezza come Firenze
senza un valido motivo.
Forse non sapremo mai tutta la verità su come andò la faccenda, ma qualunque
sia stata la ragione che ha permesso a Ponte Vecchio di rimanere intatto fino
ad oggi, non possiamo che sentirci immensamente grati.