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Jenny Saville a Firenze
Firenze accoglie nelle sale di ben cinque dei suoi maggiori musei le opere di una delle artiste viventi più importanti al mondo, Jenny Saville. E’ un progetto espositivo enorme questo, curato da Sergio Risaliti, direttore del Museo Novecento, luogo fulcro della mostra diffusa.
Qui troviamo circa 100 opere tra disegni e dipinti, immagini forti, altamente espressive, al cui centro è sempre il corpo umano: volti, corpi nudi, gruppi di figure, che mostrano la maternità, l’amore, la sessualità, la femminilità, la forza e la fragilità dell’essere umano, come solo Jenny Saville sa fare.
I
soggetti vengono rappresentati spesso in pose che ricordano la statuaria antica,
l’arte egizia o arcaica, l’arte rinascimentale, trovandosi perfettamente a loro
agio negli ambienti museali fiorentini.
Al Museo Novecento, nella ex- chiesa de lo Spedale, è stato appeso sopra
l’altare un ritratto monumentale di una giovane donna non vedente, Rosetta
II (2000-06). Il luogo non è scelto a caso: da qui lei, come noi, può
puntare lo sguardo di là dalla piazza, verso le porte aperte della basilica di Santa Maria Novella, attraverso le
quali si intravede l’enorme crocifisso
ligneo di Giotto.
Rosetta II (2000-2006), Museo Novecento.
Le
altre opere in mostra, sono espose accanto a quelle di grandi maestri del
passato al Museo degli Innocenti, a Palazzo Vecchio, al Museo dell’Opera del
Duomo e a Casa Buonarroti.
In
particolare, nella Pinacoteca del Museo degli Innocenti troviamo
invece il
quadro The Mothers
(2011), incentrato sulla figura femminile, da sempre grande protagonista
dell’arte della Saville, posto in dialogo con la Madonna col Bambino (1445-50 ca.) di Luca della Robbia e
la Madonna col Bambino e un angelo
(1465-76) di Sandro
Botticelli.
A
Palazzo Vecchio, nel Salone
dei Cinquecento è invece esposta la grande tela intitolata Fulcrum (1998-99), un intreccio di corpi che testimonia
gli approfonditi studi sull’anatomia umana fatti dall’artista britannica durante
la sua carriera. Jenny Saville è da sempre affascinata dal corpo umano, dalla
carne stessa, tanto che in passato ha perfino assistito ad un’operazione
chirurgica, e ha studiato i cadaveri negli obitori.
Fulcrum (1998-1999), Salone dei Cinquecento, palazzo Vecchio.
Da sempre, l’artista considera Michelangelo
il più grande maestro dell’arte, assume quindi un valore ancora più per lei
la possibilità di far dialogare le sue opere con quelle del Buonarroti al Museo dell’Opera del Duomo. Qui, accanto alla Pietà Bandini (c. 1547-55), trova quindi
posto Study for Pietà (2021), un disegno di grande
formato a cui l’artista ha iniziato a lavorare proprio dopo aver visitato
Firenze.
Il
dialogo con Michelangelo continua nelle sale di Casa Buonarroti, dove i disegni
di Jenny Saville, Study for Pietà I (2021) e Mother and Child Study II (2009)
rendono omaggio ai disegni del grande maestro del Rinascimento.
Una mostra di grande profondità, che mostra l’uomo all’uomo. Quelle
rappresentate nelle opere dell’artista londinese non sono semplicemente persone
nude, sono persone messe a nudo, mostrate per ciò che sono dentro e fuori,
andando oltre la ricerca del bello e dei canoni estetici che la società impone.
Jenny Saville racconta di una bellezza abbondante, ricca di sfaccettature, ma soprattutto
reale.