
I giardini di Firenze – Villa Favard a Rovezzano
Periferia est di Firenze,
frazione di Rovezzano, un parco pubblico con al centro una grande villa, Villa Favard (da non confondere con
l’omonima villa in via Curtatone, sede del Polimoda fashion School).
La storia di questo luogo ha inizio alla fine del 1200, in una Firenze dilaniata dalla guerra interna tra Guelfi Bianchi e Neri, due fazioni politiche di cui fanno parte le principali famiglie cittadine. I Guelfi Bianchi, guidati dai Cerchi, pensano che il Papa debba avere solo il potere spirituale e, in particolare, che non si debba intromettere nella vita politica di Firenze. I Guelfi Neri, di cui fanno parte le grandi famiglie fiorentine di banchieri e guidati dai Donati, gestiscono le finanze pontificie e hanno quindi tutto l’interesse nel lasciare che il Papa influenzi la politica interna fiorentina.
Naturalmente vince il più ricco. Il Papa riusce ad ottenere l’aiuto del re di Francia contro i Bianchi di Firenze e la storia finisce nel 1301 con 170 condanne a morte e l’esilio e la confisca di tutte le proprietà per 600 cittadini Guelfi Bianchi, tra cui vi era anche Dante Alighieri.
Anche Villa Favard di Rovezzano, allora conosciuta come “Palagio dei Pini”, che era nata nel 1200 come fattoria fortificata dei Cerchi, passa alle famiglie dei Guelfi Neri, prima i Riccardi e poi i Bartolini Salimbeni. Dopo il 1530, questi ultimi commissionano la ristrutturazione della villa a Baccio d’Agnolo, importante architetto del Rinascimento fiorentino che aveva lavorato anche a Palazzo Vecchio e alla Cupola del Duomo di Santa Maria del Fiore.
La fattoria-fortezza
medievale viene trasformata in una tipica
villa aristocratica rinascimentale con portici, loggiati, grandi cucine e
magazzini per vino, olio e derrate alimentari. Intorno viene creato un grande parco con prati, viali alberati, siepi di
bosso, pergole, frutteti e vasche d’acqua.
La facciata venne poi ulteriormente rimaneggiata, in epoca manierista, da
Giulio Parigi, un altro importante architetto fiorentino, allievo di Bernardo Buontalenti.
Nell’Ottocento, attraverso altri passaggi di proprietà, la villa viene infine comprata dalla baronessa Fiorella Suzanne Favard de l’Anglade. Nata a Livorno nel 1813, aveva vissuto prevalentemente in Francia dove aveva accumulato una grande ricchezza. Probabilmente il titolo nobiliare era inventato, ma la presunta baronessa era comunque una donna affascinante, molto intelligente e colta, amante dell’arte e della cultura, che riunì intorno a sé a Firenze tutti gli artisti e gli intellettuali dell’epoca.
Appena venuta in possesso
della villa, procede con la ristrutturazione già decisa dal precedente
proprietario, che era stata affidata a Giuseppe
Poggi, il più importante architetto fiorentino dell’800.
Con il Poggi la villa e il parco raggiunge l’aspetto attuale. Molti elementi rinascimentali vengono eliminati, l’esterno viene razionalizzato e geometrizzato, e importanti modifiche vengono fatte nel parco e agli interni. La grande corte interna, che risaliva alla fortezza medioevale, viene coperta da un lucernario di vetro e ferro e lo spazio trasformato in un grande salone da ballo con palco per l’orchestra.
Sono i tempi in cui
Firenze è capitale d’Italia e sede del re e della sua corte. È tempo di grandi
feste e ricevimenti e la baronessa Favard è al centro della vita sociale, quindi
ha bisogno di grandi spazi.
Viene aggiunta una tettoia sorretta da sei colonnine di ghisa che conduce alla
porta principale, perché gli ospiti possano scendere dalle carrozze senza
bagnarsi quando piove.
Le facciate sono molto
caratteristiche e presentano su tutti e quattro i lati una decorazione
geometrica rosso mattone che racchiude le finestre, le porte e decorazioni
floreali stilizzate.
All’esterno Giuseppe
Poggi costruì varie strutture sparse per tutta l’area, come le anche grandi serre in vetro, la coffeehouse per colazioni
e spuntini all'aperto alla moda dell'epoca, la limonaia, i magazzini del grano
e della frutta secca e perfino il
cimitero dei cani della baronessa. Poggi aveva anche collocato molte
sculture nel parco, tra cui due bellissimi leoni di marmo, ma negli anni furono
trafugate e mai più recuperate. Infine la cappella funeraria dove è sepolta la baronessa Favard, che contiene
importanti affreschi di Annibale Gatti e sculture di Giovanni Duprè.
Dalla morte della baronessa fino all'acquisizione della villa da parte del
Comune di Firenze nel 1982, la struttura ha avuto diverse destinazioni d'uso.
Alcune molto particolari: durante la guerra fu magazzino per carri armati tedeschi,
poi comando e magazzino per gli alleati anglo-americani, poi sede della
Tessitura Artigianale Fiorentina che produceva tessuti di lusso, poi rifugio
per bambini in difficoltà economiche e sociali, e negli anni ’70 è il parco
diventò una sorta di campeggio per giovani turisti che a quei tempi usavano
dormire all’aria aperta nei giardini pubblici.
Negli anni '80, il parco è stato ristrutturato dal Comune che ne ha fatto un’area
pubblica adatta anche alle famiglie.
Villa Favard è uno dei
gioielli poco conosciuti di Firenze. Oggi è sede distaccata del Conservatorio di Musica Luigi Cherubini
e se ci si siede su una panchina all'ombra di un monumentale cedro del Libano,
si possono sentire gli esercizi pianistici degli studenti del conservatorio o i
vocalizzi dei futuri cantanti d'opera!