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L’ombelico di Firenze - La Colonna dell’Abbondanza e la sua lunga storia
Non tutte le città hanno un “ombelico”, un centro esatto
segnato da una colonna, ma Firenze sì. È la Colonna dell’Abbondanza in Piazza
della Repubblica.
Firenze è stata fondata dai Romani nel 59 AC e tutta la terra
intorno assegnata ai veterani di Giulio Cesare come ricompensa per la fine del loro servizio. Quando costruivano una città, i Romani sceglievano per prima cosa il suo punto centrale, sulla
base di considerazioni religiose, ma anche razionali. Lo chiamavano umbilicus urbi (ombelico della città) e
da lì tracciavano due linee perpendicolari, il decumano da sud a nord e il cardo
da est a ovest. Su questa base costruivano, in modo molto geometrico, gli isolati
urbani fino alle mura, poi i quadrati che delimitavano i campi nella campagna, in
questo caso assegnati ai veterani. I Romani, ossessionati dalla simmetria, costruivano
sempre le città come campi militari. Erano razionali, crudeli e molto
organizzati. Questa era la loro forza, quando sono cambiati, hanno perso tutto.
A Firenze quel punto centrale era certamente segnato da una colonna anche in epoca romana, andata però
perduta nel Medioevo. Nel 1431, quando la piazza divenne il mercato
centrale della città, ne fu eretta un’altra, quella attuale, in prezioso granito
dell’Elba (pietra vulcanica, praticamente lava solidificata!). Sulla sommità venne messa una statua in pietra serena del grande
Donatello che raffigurava la Dovizia o Abbondanza: una figura femminile con in
braccio una cornucopia, il corno ricolmo di frutta e di fiori, simbolo di
fertilità e ricchezza. Ma la pietra serena, bellissima da vedere, non è adatta
a strutture esterne perché con le intemperie si sfalda e si sgretola. Infatti
nel 1721 la statua cadde, andò in frantumi e fu sostituita da un'altra scolpita da
Giovan Battista Foggini.
Tra il 1885 e il 1895, durante la trasformazione urbanistica della zona e lo spostamento del mercato, la colonna venne smontata e messa in un deposito, perché disturbava il gigantesco monumento del re Vittorio Emanuele II a cavallo collocato in mezzo alla piazza. Solo nel 1956, dopo che l'Italia divenne una repubblica e la statua del re fu sfrattata e spostata in periferia, la colonna fu rimontata e sulla sua sommità collocata una copia della statua. Tuttavia fu messa a circa due metri di distanza dal suo posto di orignile, per non ostacolare il traffico. Allora non esistevano le zone pedonali o a traffico limitato, perciò da Piazza della Repubblica passavano autobus, tram, camion ecc. Forse lo spostamento arbitrario di questo sacro luogo di marcatura ha portato sfortuana alla città? Nel 1980 infine, per motivi di sicurezza, la statua fu sostituita con una copia in vetroresina, praticamente di plastica. Nel 2012 un pezzo del capitello corinzio di 80 kg crollò al suolo, frantumandosi. Per fortuna pioveva e nessuno era seduto sulla base della colonna! Seguì un altro restauro, speriamo che questa volta sia definitivo.
Una curiosità. Sulla colonna ci sono ancora due cerchi di
ferro: quello in alto reggeva una campana che indicava l’inizio e la fine
dell’attività del mercato circostante; quello in basso serviva per incatenare i
commercianti disonesti, i truffatori e i debitori insolventi in modo che
venissero identificati, sbeffeggiati e insultati dalla gente. Ai fiorentini
piacevano queste punizioni con grande partecipazione di popolo (vedi La pietra dell'acculata). Credevano che
questa celebrazione pubblica che etichettava i colpevoli per tutta la vita,
riuscisse a educare loro e chi li sbeffeggiava. Naturalmente questo valeva per reati minori,
per gli altri c’era il boia. Quelli erano i tempi.
La statua della Dovizia o Abbondanza in vetroresina