
Street Art da un passato da non dimenticare
Sui muri della città si vedono spesso
disegni scoloriti risalenti a un’epoca lontana, cerchi dal bordo nero con al
centro scritte, frecce e lettere. È la segnaletica a muro per la protezione
antiaerea realizzata durante la Seconda Guerra
Mondiale per indicare alla popolazione dove erano i rifugi antiaerei, le uscite
di sicurezza dai rifugi e gli idranti per spegnere gli incendi. Labili tracce
di un passato da ricordare perché non ritorni. Vennero fatte con una sostanza
allora chiamata membranite, un
legante per pittura che si è rivelato molto resistente. Vediamo che cosa
significavano:
C = Cisterna o Canale per prendere acqua
F = Fontana
Fp = Fontana con acqua potabile
I = Idrante
P = Pozzo - Pompa
R = Rifugio – Ricovero
Rc o R in C = Rifugio in corte o cortile
US = Uscita di sicurezza
US in C = Uscita di sicurezza in corte o cortile
V = Ventilazione presa d’aria per il rifugio
La maggior parte erano cantine di
palazzi riadattate, ma ne furono costruiti anche nuovi, come per esempio in
Piazza della Repubblica. I bombardamenti degli anglo-americani, che usavano
bombe al fosforo per provocare incendi, furono numerosi dal 1940 al 1944: 25 attacchi con caccia, 7 bombardamenti pesanti con cacciabombardieri. I morti furono più di 700,
moltissimi i feriti. L’obiettivo era la ferrovia e in particolare le stazioni,
ma all’epoca i calcoli non erano precisi e le bombe cadevano spesso lontano,
colpendo abitazioni civili. Una bomba esplose vicino alla Chiesa di Santa
Croce, lontanissima da ogni obiettivo militare. Alcune città, ma non Firenze,
hanno voluto conservare questa memoria. Faenza, con l’aiuto del Rotary Club,
nel 2017 ha voluto restaurare nove simboli identificativi antiaerei di questo
tipo, accanto ai quali sono state poste targhette esplicative. Foto in alto un
segnale per l'idrante n° 45 in via G. Fabbroni.
Il Ponte Vecchio bombardato, di Federico Patellani. Fonte: Wikipedia.