Il Chianti Classico e il suo Gallo Nero: un “logo” vecchio 600 anni
Ogni azienda, ogni organizzazione deve avere un logo,
un simbolo che permette di riconoscerla immediatamente e che viene messo sulle
insegne, sui prodotti, sui siti, etichette, distintivi, sulla carta intestata,
sulla pubblicità, ovunque possibile. Ha un forte potere evocativo e commerciale
e le aziende spesso investono molto in questa rappresentazione grafica a cui è
dedicato un importante settore del design industriale.
Il Gallo Nero è il “logo” del vino toscano più
famoso al mondo, e si trova su tutte le bottiglie dei produttori, circa
350, che fanno parte del Consorzio del Chianti Classico. Un marchio commerciale
professionale tra i più antichi, con una storia interessante. Il simbolo nacque
come stemma della Lega del Chianti, una struttura politico-militare creata
dalla Repubblica fiorentina nel 1384 per difendere i confini contro Siena,
comprendente gli attuali comuni di Castellina, Gaiole e Radda.
Nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio, sede dei consigli toscani e
delle grandi riunioni, le formelle del soffitto di legno del ‘500 rappresentano ognuna una zona della
Toscana. Giorgio Vasari dipinse il gallo nero sulla formella del Chianti, su
uno scudo accanto alla figura di Bacco, dio del vino, per sottolineare il rapporto tra la zona e il vino.
Poi nel 1716 una legge del Granduca Cosimo III dei
Medici stabilì che solo i vini prodotti a Castellina, Gaiole e Radda e parte di
Greve (quasi tutto l’attuale Chianti Classico), già rinomati per la loro
qualità, potessero chiamarsi “Vini del Chianti”. Nel 1924 fu fondato a Radda il
Consorzio per la difesa del vino Chianti, nei confini stabiliti nel 1716, e fu
adottato come “logo” il vecchio simbolo della Lega del Chianti del 1384, gallo
nero in campo oro. Nel 1932 infine, con decreto ministeriale, il Chianti divenne
“Classico”, per distinguere quello dell’antica zona di origine da altri
prodotti di altre zone. Nel 1984 il nostro vino diventa DOCG (Denominazione di
Origine Controllata e Garantita) e nel 1996 finalmente DOCG autonoma, cioè con
un disciplinare di produzione diverso da quello degli altri vini toscani. Dal
2005 il Gallo Nero deve essere presente su ogni bottiglia di Classico e dal
2007 ci deve essere anche un numero identificativo che permette, via internet,
di risalire facilmente al produttore. Una lunga strada per il vino e il suo
galletto nero!
Ma
perché nel 1384 fu scelto proprio il gallo nero come stemma della Lega e quindi
come futuro “logo” del Classico? Probabilmente per il suo carattere baldanzoso
e guerriero e la credenza contadina che il canto del gallo all’alba scacciasse
gli spiriti maligni della notte. Ma bisogna citare anche una leggenda, di
dubbia origine, ma simpatica e riportata da tutti. Nel Medioevo Siena e Firenze
erano continuamente in guerra per conquistare questo ricco territorio. Alla
fine, per evitare ulteriori spargimenti di sangue, decisero di fissare il
confine dove due cavalieri si fossero incontrati, uno partendo da Siena e uno
da Firenze, all’alba al canto del gallo. I Senesi dettero molto da mangiare al
loro gallo per farlo cantare più forte, invece i Fiorentini lo tennero digiuno.
In questo modo il gallo nero fiorentino, morto di fame, per protestare cominciò
a cantare quando era ancora buio, mentre quello bianco senese, pieno di cibo,
dormiva ancora profondamente. Il cavaliere fiorentino, sentito il gallo
cantare, partì al galoppo, mentre il senese aspettava ancora che il suo si
svegliasse. I due si incontrarono al Castello di Fonterutoli, a pochi
chilometri da Siena, dove venne fissato il confine.
Quasi tutto il Chianti divenne quindi fiorentino per
merito del gallo nero affamato, che diventò di conseguenza il simbolo della
Lega. Due foto da Greve in Chianti: in alto il monumento al gallo nero in via
Cesare Battisti, in basso il marchio sul palazzo comunale dietro alla scultura
di Igor Mitoraj “Torso alato” (2002) in Piazza Matteotti, infine il vecchio
stemma della Lega del Chianti del 1384, base del nostro “logo”.