
Firenze antica: la Badia Fiorentina
Con la cupola del Brunelleschi, il Campanile di Giotto e la torre di Palazzo Vecchio a regnare sovrane nello skyline fiorentino, passa spesso inosservata, seppure ben visibile accanto alla torre del Bargello, la bella torre campanaria della Badia Fiorentina.
Essa
segnala appunto la posizione di una delle chiese più antiche ed importanti di
Firenze, sorta intorno alla preesistente Santo Stefano, intorno al 978, per
volere di Willa di Toscana. In seguito, suo figlio Ugo, il “Gran Barone”
ricordato da Dante nella Divina Commedia, continuò il lavoro della madre con
grandi donazioni, tanti che tutt’oggi viene ricordato ogni 21 dicembre con una
messa celebrata in suo onore.
L'abbazia benedettina presenta delle incongruenze architettoniche, questo perché essa subì nel 1285 un radicale rifacimento in stile gotico per mano di Arnolfo di Cambio, il celebre architetto di Palazzo vecchio, Santa Maria del Fiore e Santa Croce. I lavori durarono circa trent’anni, durante i quali venne cambiato il suo orientamento, per allinearla all’impostazione classica delle chiese cristiane, ponendo l'abside (il retro della navata centrale) a oriente così da far entrare la luce solare ogni mattina. I profili delle finestre gotiche della navata, ormai cieche, sono ancora visibili su via del Proconsolo.
Inoltre,
Arnolfo di Cambio progettò l’elegante torre
campanaria a base esagonale, costruita sulla basse cilindrica
dell’originale campanile risalente al X secolo.
Questo non fu il solo restauro che la badia subì nel corso degli anni. Nel 1627, cambia nuovamente volto. Viene stravolto ancora l’impianto della chiesa, ridotto a croce greca, e trasformato quello che era il transetto (corpo trasversale della chiesa, che interseca perpendicolarmente la navata centrale) nell’asse principale.
Fu
in questa occasione che venne cambiato l'accesso della chiesa, ora posto sul
lato nord, e aggiunto il soffitto ligneo
intagliato a cassettoni.
Alla chiesa, ricca di storia e opere d’arte di notevole valore, oggi si accede da via del Proconsolo e da via Dante Alighieri.
Al
suo interno troviamo l’Apparizione della
Vergine a san Bernardo (1482-1486) di Filippino
Lippi; l’Assunzione di Maria Vergine
e santi (1568) di Giorgio Vasari;
resti di affreschi del primo Trecento
attribuiti a Nardo di Cione; opere
di Mino da Fiesole come il Monumento funebre a Bernardo Giugni (1466-1469),
il Monumento funebre ad Ugo di Toscana
(1469-1481) e il Dossale marmoreo con Madonna e Bambino (1464-1470) e molto
altro.
Dall’abbazia si può accedere al delizioso chiostro “degli Aranci”, progettato da Bernardo Rossellino tra il 1432 e il 1438. Nonostante non siano presenti alberi di arancio al suo interno, il nome deriva da un primo tentativo di impiantare questi agrumi a Firenze, fallito a causa degli inverni troppo rigidi rispetto al meridione.
Sulle
pareti del chiostro, formato da due porticati sovrapposti, sono ancora visibili
gli affreschi con storie della Vita di
San Benedetto.
La badia Fiorentina, è un luogo che affonda le sue radici nella Firenze antica, legato ad alcuni dei più importanti personaggi fiorentini. Qui Boccaccio tenne le famose letture della Divina Commedia nel 1373; e qui, prima ancora, Dante vide per la prima volta Beatrice Portinari durante una messa e se ne innamorò.
Vale
davvero la pena fare una piccola deviazione dai soliti percorsi turistici per
riscoprire questo tesoro fiorentino!