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Il passato burrascoso di Ponte Vecchio
Non si sa molto sull’origine di Ponte Vecchio, uno dei ponti più famosi d'Italia, nonché ponte più antico di Firenze.
Sappiamo
soltanto che ad un certo punto, i Romani
decisero di costruire un ponte sul punto più stretto del fiume Arno in città. Da
subito, i mercanti si sistemarono sul
ponte per approfittare della posizione strategica che consentiva loro di
entrare in contatto con i numerosi viaggiatori che di lì passavano ogni giorno.
Non dimentichiamo che Ponte Vecchio rimase l'unico ponte sul fiume fino al
1218.
Non sappiamo esattamente quando fu edificato, ma sappiamo che questo antico ponte fu ricostruito più volte durante la sua lunga storia.
Nel 1333 una terribile alluvione devastò la città di Firenze e neanche Ponte Vecchio fu risparmiato. Fu distrutto dall'acqua che portò via la sua intera struttura, insieme alla grande statua del dio Marte a cui i Romani avevano dedicato la città, lasciando in piedi solo due pilastri.
I lavori di ricostruzione del “nuovo” Ponte Vecchio iniziarono subito dopo l'alluvione e terminarono nel 1345, sotto la guida di Taddeo Gaddi, che contribuì a creare quello che risultò essere uno dei ponti più belli e d’avanguardia dell'Italia medievale.
Di nuovo, i mercanti si prepararono a posizionare le proprie bancarelle lungo il ponte, ma questa volta fu loro vietato di piazzarle direttamente sui marciapiedi. Furono invece costretti a edificare i loro negozi sui lato del ponte, sostenuti dalle travi di legno.
Nel
corso dei secoli, vennero costruiti molti altri di questi negozi "sospesi", ma non erano esattamente del tipo che
vediamo oggi. Quelli che vendevano le loro merci sul Ponte Vecchio erano per lo
più macellai e conciatori, che producevano fin troppi rifiuti maleodoranti e
inquinanti che finivano direttamente nel fiume sottostante.
Per
rendere il ponte e la città più presentabili a cittadini e visitatori, nel 1593 il Granduca Ferdinando I decretò
che solo a gioiellieri, orefici e argentieri sarebbe stato permesso di lavorare
nei negozi di Ponte Vecchio, eliminando così il problema dei rifiuti.
Il
numero di negozi aumentò dopo la costruzione
del Corridoio Vasariano nel 1565,
una sorta di passaggio segreto che consentiva ai membri della famiglia Medici
di viaggiare dalla loro residenza, Palazzo Pitti, a Palazzo Vecchio senza
uscire sulla strada.
Questa nuova aggiunta alla struttura, rialzò le pareti del ponte, creando più
spazio cosicché i negozi potessero essere costruiti l'uno sull'altro.
Il progetto di Taddeo Gaddi per Ponte Vecchio comprendeva quattro torri che dovevano servire come punti di difesa militare in caso di un assedio della città. Oggi ne rimane solo una, la Torre dei Mannelli. La sua presenza causò problemi durante la costruzione del famoso Corridoio Vasariano perché i proprietari, la famiglia Mannelli, rifiutarono di abbatterla per consentire il passaggio del corridoio, costringendo il Vasari a trovare rapidamente una soluzione, che si dimostrò nondimeno efficace: costruire quella sezione del corridoio attorno alla torre.
Ponte
Vecchio è famoso anche per un altro motivo: è miracolosamente sopravvissuto ai bombardamenti della
seconda Guerra Mondiale.
Durante la ritirata dell'esercito tedesco da Firenze, tutti gli altri ponti
furono bombardati e distrutti, ma Ponte Vecchio fu l’unico a rimanere in piedi.
Leggenda vuole che sia stato un esplicito ordine di Hitler - notoriamente
appassionato d'arte - quello di risparmiare l’antico ponte fiorentino.
In tempi più recenti, Ponte Vecchio è riuscito ad evitare la distruzione ancora una volta, sopportando mirabilmente la forte alluvione del 1966 che recò danni a gran parte della città.
Ad oggi, Ponte Vecchio rimane uno dei simboli più amati della città di Firenze. Ogni giorno migliaia di turisti e di fiorentini camminano sulla sua superficie curva sopra il fiume, tra le botteghe dei gioiellieri che continuano a svolgere qui la loro attività. Il momento migliore per apprezzare Ponte Vecchio tuttavia, è alla sera, quando tutti i negozi sono chiusi e le spesse porte di legno li fanno sembrare antichi forzieri, evocando un’atmosfera magica e senza tempo.